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"...Pochi sono stati i soldati semplici - scrive l'autore - che si sono cimentati nella narrazione di come essi hanno vissuto sul campo la guerra e la conseguente prigionia nei luoghi di detenzione e di lavoro allestiti dalle autorità alleate.... Il destino che toccò subire al giovane protagonista di questo libro fu comune a tantissimi altri. È talmente vero che alcuni, nel corso del presente racconto vengono ricordati per nome, se ne descrivono i gesti via via dettati da sentimenti controversi, mentre di molti altri si riferisce necessariamente in maniera generica. Accomunati dalla stessa sorte furono in decine e decine di migliaia e, anche quando si citano solo dei numeri, è chiaro che dietro ognuno si devono vedere ragazzi e giovani uomini con un loro passato e con tante belle aspettative nella testa. Mussolini ebbe purtroppo il potere di sostituire con incubi le loro speranze, obbligandoli a consumare i loro anni migliori prima sui campi di battaglia e poi nell'opprimente inedia della prigionia."